domenica 17 ottobre 2010

Ma quali eccellenze?

Chi parla di eccellenza nella sanità ciociara lo fa solo in modo accademico. Allo stato delle cose è un modo sofistico per non affrontare i problemi veri. Si può parlare di eccellenza quando nei nostri ospedali mancano le prestazioni fondamentali. Qui non si tratta di fare una critica, ma chi vuole parlare di sanità deve andare prima dentro gli ospedali della provincia a vedere quali sono le prestazioni ospedaliere che si offrono all’utenza. I convegni tra pochi intimi, con coloro che a vario titolo si occupano del settore, senza sentire i cittadini, sono solo dei virtuosismi tra addetti ai lavori! Lo sanno i parlamentari europei e nazionali, i consiglieri regionali e provinciali che per un parto a rischio le nostre donne devono rivolgersi ad ospedali fuori della provincia di Frosinone, perché l’ospedale del capoluogo non accetta più da moltissimo tempo non accetta più questo tipo di partorienti? Lo sapete dove vanno a finire queste neo mamme? Quando va bene a Roma, altrimenti a Viterbo, come è successo ultimamente a una donna di Alatri, o all’Aquila. E poi parliamo di eccellenza, di DEA di primo e secondo livello! Appellativi di cui il cittadino non riesce nemmeno a comprendere il significato. La classe politica di questa provincia, nessuno escluso, compreso il sottoscritto, ma ognuno nel ruolo che riveste, è di questo che deve vergognarsi. Vi sembra giusto che una donna di questa provincia per la quale si presenta un parto a rischio deve andare a Viterbo, perché a Frosinone viene rifiutata? Ha un senso, per esempio, dal punto di vista dell’offerta sanitaria, fare ad Alatri mille parti l’anno, il maggiore tra tutti gli altri ospedali, e non poterne fare uno a rischio?! E allora smettiamola di prendercela con Roma e con la Polverini. Prendiamocela innanzitutto con noi stessi. Affrontiamo e risolviamo prima di tutto questi problemi e poi parliamo di eccellenze. E’ ragionevole avere un ospedale dove sono stati soppressi i due posti letto di rianimazione. Per Magliocca può esserlo, per me no! Smettiamola di andare a mendicare qualcosa che è nei nostri diritti e pretendiamolo da chi ce lo deve corrispondere, dalla politica e dalla sanità: I servizi sanitari di questa provincia li dobbiamo decidere noi e non i direttori sanitari. Smettiamola con la politica dei campanili e guardiamo, invece, a una politica di comprensorio se vogliamo far crescere il nostro territorio, non solo per quanto riguarda la sanità.

Alatri, 17 ottobre 2010                     Gianfranco De Santis

Nessun commento:

Posta un commento