sabato 2 ottobre 2010

L'ospedale di Alatri si salva!

Il piano di rientro della sanità regionale con i tagli alla rete ospedaliera della Ciociaria, paga l'assenza delle istituzioni politiche locali nel contesto della politica regionale. In particolare l'ente Provincia ed i consiglieri regionali del PdL. Da mesi, da quando si è votato per le provinciali, che noi dell'UDC andiamo dicendo che la Provincia avrebbe dovuto proporre un Piano Sanitario Provinciale, attraverso il quale organizzare al meglio le strutture ospedaliere presenti nel territorio. L'ho ripetuto dieci giorni fa, chiedendo al Presidente della Provincia la convocazione di un'assemblea provinciale dei Sindaci. Niente. Non una iniziativa politica del PdL, non una iniziativa dei Sindaci di città importanti, almeno per il nord della Provincia. Ognuno ha pensato di risolvere in proprio il problema, fuori dal contesto di un territorio più vasto che andasse oltre i confini del proprio Comune e di quelli vicini. Il solito modo campanilistico di affrontare e pretendere le cose. Un modo anacronistico nell'era della globalizzazione, dove anche i servizi assumono una connotazione diversa. Un modo vecchio di intendere la politica e di interpretare la società. Certo, non fa piacere a nessuno vedere scomparire ospedali importanti da cento posti letto e oltre, ma la proposta della classe politica di questa provincia qual'è stata? Nessuna. Silenzio assoluto. Non fa piacere proprio a nessuno, vedersi tagliati 350 posti letto, non fa piacere neanche ai cittadini di quelle città dove l'ospedale è rimasto, perchè dovremmo almeno sentirci Ciociari. E' un caso che l'ospedale di Alatri sia rimasto? Ritengo di si, perchè, come per quelli che sono stati “cancellati”, non si è fatto nulla a livello istituzionale locale, con i fatti e non a chiacchiere, per farlo rimanere! E allora come Alatresi dovremmo dire grazie alla Polverini? Visto come sono andate le cose, la risposta potrebbe essere si. Ma come territorio sicuramente non ci basta, fino a quando l'ospedale di Alatri non avrà un preciso ruolo funzionale nell'ambito della sanità provinciale. Un ruolo che non potrà prescindere dall'ospedale civile di Frosinone. E' lì che deve guardare il S. Benedetto in un contesto organizzativo-funzionale dei reparti in piena autonomia, ma in stretta collaborazione e integrazione con il F.Spaziani, a cominciare dal recupero dei 2 posti letto di terapia intensiva (passati da 4 a 2) e dai 4 posti letto di pediatria (passati da 16 a 12) che sono stati tagliati. Proprio da pediatria bisognerebbe partire, potenziandola con un reparto neonatale che consenta di assistere i nascituri anche in situazioni di difficoltà o di emergenza. Una esigenza che il Sindaco dovrebbe avvertire più di ogni altro, anche in considerazione della sua professione di ginecologo prestata nella struttura ospedaliera. Infine, i partiti e soprattutto coloro che governano le maggiori istituzioni locali e la Provincia non rimangano ancora a guardare sulla strutturazione delle macro aree. Il polo sanitario della Provincia di Frosinone deve inquadrato in una unica area che è quella del Lazio Sud, con Latina e il polo universitario di Tor Vergata. Chi deve muoversi lo facesse subito, perchè poi è inutile piangere sul latte versato!
Alatri, 1 ottobre 2010                        Gianfranco De Santis

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